Il professor Paolo Balboni, che abbiamo intervistato recentemente, era a New York per intervenire al Graduate Center della CUNY sul tema “Il problema delle differenze nascoste tra le ‘grammatiche culturali’ d’Italia e d’America”. Ad introdurre l’illustre linguista e studioso di glottodidattica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, c’erano Monica Calabritto, responsabile dell’Italian Specialization del Programma di Ph.D di Letteratura Comparata al Graduate Center e docente all’Hunter College e anche Hermann Haller, Professore di Linguistica italiana al Graduate Center e di Lingue e Letterature Europee al Queens College.

Secondo le analisi di Paolo Balboni e dei suoi collaboratori, acquisire e sviluppare la competenza morfosintattica, fonologica, e testuale di una lingua, significa anche sviluppare la competenza pragmatica, sociolinguistica e culturale. La distinzione di questi aspetti comunicativi è molto utile a tutti i docenti, sia per la propria auto formazione e sia per insegnare agli allievi ad osservare una cultura. Durante la sua lecture Paolo Balboni ha mostrato le foto di politici internazionali, per dimostrare come la differente appartenenza culturale può causare equivoci nella comunicazione tra parlanti e interlocutori. La comunicazione interculturale tra politici deve comprendere l’uso di un linguaggio ‘politicamente corretto’ e neutro, un codice linguistico che non dovrebbe includere espressioni discriminatorie o ideologicamente distanti tra una cultura e l’altra.
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