In un’Italia che fa ancora fatica e da cui tutti scappano è bello vedere teatri Off Off (come si direbbe a New York) che si uniscono per celebrare il teatro. È il caso di Shakespeare Re-Loaded, rassegna che si svolge fra Roma e Verona dal 18 al 28 aprile e che propone una serie di spettacoli, alcuni anche internazionali, che usano Shakespeare ciascuno a suo modo.
Ricordo molti anni fa Dario Fo che, in una chiacchierata sul teatro, mi disse che Shakespeare poteva essere fatto da chiunque, in qualsiasi modo, aggiungendo di pensare a quante volte non mi era piaciuta una messa in scena, ma essendo Shakespeare ero rimasta coinvolta dalla storia che comunque conoscevo molto bene. Ricordo quando Peter Brook realizzò un Amleto in cui aveva riarrangiato l’ordine di parti del dramma e i puristi avevano gridato allo scandalo. Con la semplicità che lo contraddistingue, Brook aveva risposto che la grandezza di Shakespeare stava nel poter essere riarrangiato, adattato, tagliato, stravolto forse, ma mai sminuito perché le sue parole e le sue storie funzionavano comunque. Certo, a parlare era Peter Brook, uno dei più grandi registi di teatro mai esistiti, però aveva ragione.
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