Aldo Cazzullo è uno scrittore con una missione di cui non fa mistero: restituire, ai lettori di oggi, la memoria dei grandi movimenti di popolo che hanno costruito l’identità del nostro paese, dal risorgimento alla resistenza. Come cronista tra i più noti del Corriere della Sera, ha raccontato i suoi ultimi lavori La guerra dei nostri nonni (Mondadori 2014) e Possa il mio sangue servire Uomini e donne della Resistenza. (Rizzoli 2015) lo scorso 19 maggio al pubblico della Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University.
Dopo qualche decennio di carriera tra La Stampa e il Corriere, Cazzullo ha alle spalle l’esperienza di chi ha testimoniato, da una prospettiva internazionale, le vicende del nostro paese dalle prime fila della contemporaneità. Tuttavia quello che più affascina – e regala 5 zeri nelle classifiche di vendita dei suoi libri – è la tecnica narrativa di Cazzullo, l’aver ideato un nuovo modo di raccontare la storia. L’autore infatti, nello sforzo dichiarato di sottrarre alle diverse fazioni lo sforzo corale di chi ha scritto la storia del Risorgimento e della Resistenza, fa parlare nei suoi libri personaggi di tutte le estrazioni sociali. Nelle sue pagine si intrecciano, tra le altre, la storia della domestica Cleonice Tomassetti, del poeta Giuseppe Ungaretti, quella di trenta suore di Firenze giuste tra le nazioni per aver salvato centinaia di persone dalla violenza nazifascista e degli ufficiali italiani morti nei campi di concentramento.
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