“Heil Hitler!” L’uomo in divisa è sulla soglia di casa con il braccio teso. I suoi pantaloni sono a mezz’asta… La bambina è nascosta dietro la porta. Le sedie sono appese al muro… Tutto finisce sottosopra, la casa non è più casa, non è più rifugio: LA VITA E’ STATA VIOLATA. Niente sarà più come prima.
Una vita vera in una piccola scatola di legno, 8 x 12 inc., animata da minuscoli giocattoli autentici perché la bambina della foto è esistita, è stata deportata dai nazisti e fortunatamente non è morta in un campo di concentramento, ma di vecchiaia. Dwora Fried, l’artista americana di origini ebreo-viennesi, ricorda così la madre Gisa scomparsa di recente dopo una lunga malattia, che tuttavia le ha fatto ritrovare quello che aveva perduto: la sua bambola. Un’infanzia negata quella di Gisa e poi nascosta per tutta la vita nella cantina dell’inconscio dove riponiamo le sofferenze insopportabili come segreti indicibili.
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post