Due manifestazioni sfarzose e magiche, senza alcun rapporto tra di loro ma tutt’e due dedicate alla luce, allo spazio, al movimento e al colore fanno da introduzione a una sfolgorante primavera newyorchese dedicata con un entusiasmo che non ha precedenti all’arte; tutt’e due, anche, basate sul rapporto tra la specie umana e quella animale.
La prima è una spettacolosa trovata del pittore e performance artist Duke Riley che al cadere di un dorato tramonto sulla baia tra Manhattan e Brooklyn ha fatto salire verso il cielo uno stormo di duemila colombi pazientemente ammaestrati a compiere maestose evoluzioni, ciascuno con un lumino a luce LED (diodo a emissione luminosa) attaccato a una zampetta. In questa festa intitolata Fly by Night (Volo di notte) i collaboratori alati dell’artista si sono spiegati verso le nuvole su uno sfondo di silenzio, rotto ogni tanto da musica rock emanata da altoparlanti, tra cui la melodia When Doves Cry, il pianto della colomba, del grande e appena scomparso cantautore Prince.
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