Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a NY dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiane nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.
Negli USA, i docenti sono coinvolti in un processo di continuo sviluppo professionale per migliorare la didattica e la loro posizione d’insegnamento. Una parte di questi corsi è dedicata ad istruire i docenti su come analizzare quello che potrebbe accadere nelle classi e prepararli ad intervenire su problemi di vario tipo. A parte la crescita professionale, ci sono anche le riunioni mensili con i presidi e i direttori, incontri documentati, i quali fanno parte del lavoro dei docenti. L’obiettivo di tutto questo è identificare i punti di forza e gli ostacoli, sia nell’insegnamento che nell’apprendimento degli studenti con approcci didattici innovativi. Comunque, i numeri, le statistiche, i nastri colorati di merito e i punteggi degli esami, sono documentazioni che servono a misurare l’apprendimento degli studenti, ma, il tutto può essere senza senso, perchè non fornisce un quadro realistico di ciò che avviene in classe.
Infatti, gli insegnanti entrano in classe in un ambiente in tono con la politica della scuola, che limita la loro libertà personale. Molti insegnanti (e i docenti d’italiano fanno parte di questi “molti”) durante la loro giornata didattica non possono collaborare con i colleghi. La maggior parte di loro insegnano, ed esaminare la loro pratica da soli anche se non vogliono chiudere le porte delle loro aule dopo un breve "ciao".
Così, sono in molti a sentirsi scoraggiati ed isolati da questo sistema scolastico. I docenti vogliono collaborare fra loro per arricchire l'insegnamento e l'apprendimento degli studenti, ma a volte non hanno nè il tempo e nè la possibilità di farlo.
Insegnare è il lavoro più solitario che si possa fare. L’insegnante deve essere esperto di programmazione didattica, ma non solo, deve anche saper armonizzare il lavoro con responsabilità verso le famiglie, scoprendo le cause di alcune inspiegabile cause di comportamento degli studenti. L'insegnamento diventa uno strumento potente quando si è sostenuti da un’amministrazione che mostra di capire i problemi come quello di avere in classe studenti demotivati. Oppure, che capisce che a volte ci sono studenti che dormono perché sono stati svegli tutta la notte per curare un fratello più piccolo, o si sono dovuti alzare presto per accompagnare un fratello alla fermata dell’autobus. L’amministrazione deve anche capire che le famiglie benestanti spesso sono “assenti” nella vita dei loro figli, perchè lavorano in tre posti diversi per poter mantenere la famiglia; di conseguenza, questi studenti non hanno nessuna attenzione a casa.
Alcuni insegnanti si sentono soddisfatti del loro lavoro e si abituano ai cambiamenti con calma e facilità, altri, invece, soffrono molto perchè non sopportano di lavorare sotto pressione e di essere isolati. L’isolamento è anche connesso ad altri fattori come: le origini e la cultura dei docenti, la materia d’insegnamento, il livello e grado d’insegnamento, gli anni di docenza nell’istituto, dove i docenti hanno studiato, e la zona geografica in cui vivono.
A rendere la situazione più pesante e il fatto che nelle scuole mancano i fondi. In più, il lavoro dei docenti aumenta e la loro paga rimane la stessa, oppure, diminuisce con il rinnovo del contratto perchè aumentano le trattenute. Molti insegnanti infelici arrivano al punto di cercare lavoro fuori dalle classi, anche se le opportunità sono poche. Molti nuovi laureati entrano nella professione e la lasciano prima di aver completato 5 anni di docenza, e uno dei motivi è l’isolamento.
Quando gli insegnanti sono infelici nel loro ruolo, e continuano ad insegnare, si crea un problema ancora più grande. In classe, l’emozione condivisa dal docente dà il tono della giornata, sia positiva che negativa. Il linguaggio non verbale invia messaggi in cui non si è a conoscenza, o a volte non si è consapevole, e le negatività, quindi, viaggiano su ogni studente. Infatti, gli studenti possono soffrire accademicamente ed emozionalmente. Il docente può proiettare i sentimenti, l’emozioni e i comportamenti sugli studenti, i quali possono assorbirne le negatività.
Ma gli insegnanti italiani come si sentono?
Insegnare italiano è ancora più solitario perchè di solito c’è un solo insegnante per livello o addirittura uno per scuola. Nelle scuole medie è raro che ci sia più di un’insegnante d’italiano; nei licei, di docenti d’italiano ce ne sono di più, ma quasi sempre uno per livello. Anche se l’italiano è richiesto, il numero delle classi sono limitate ad un numero minimo di docenti. Quindi, il docente di lingua italiana sente l’isolamento ancora di più.
Il docente italiano non ha un collega con il quale collaborare e dividere i punti di forza e gli ostacoli che si affrontano giornalmente in classe e nella scuola.
Tutti questi ruoli e responsabilità generano stress con consequenze negative sugli insegnanti, i quali, dopo una giornata di lavoro intenso, preferiscono stare soli e in silenzio. Questo desiderio di silenzio rappresenta il distacco dall’ambiente lavorativo e dal chiasso di una intensa giornata scolastica. Commenti? Riflessioni?
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