Le parole, nel corso del tempo, non mantengono sempre lo stesso significato. Questo si modifica perché muta il contesto culturale nel quale esso si situa. Alcune parole scompaiono, altre nascono. Alcune, invece, assumono significati diversi a seconda del luogo in cui vengono usate. Potremmo dire niente di nuovo.
Tuttavia quando ho avuto modo di parlarne a lezione ho fatto un esempio che ha spiazzato molti studenti: ho chiesto loro cosa significasse essere bravo. Molti mi hanno risposto con il significato più diffuso e riconosciuto: capace, abile, o anche buono. Al che ho aggiunto di contestualizzare queste abilità in Italia. In altre parole cosa significa essere veramente bravi in Italia? Un bravo imprenditore, un bravo politico, un bravo poliziotto, un bravo giornalista e perché no un bravo studente sono effettivamente ruoli dai quali ci si aspetta qualità esclusivamente positive? Non credo. Molti dei miei studenti, infatti, hanno sovrapposto alla parola bravo l’idea di furbo. La capacità di sapersi muovere nelle situazioni anche a discapito delle regole o di una morale condivisa. La parola bravo a pensarci bene, in altri termini, non denotava qualità solo positive.
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