Ogni volta che leggiamo un libro, immaginiamo scorrendo con la fantasia le pagine, personaggi, luoghi e situazioni. Ogni elemento ci trasmette una sensazione, forte, indifferente, bella, brutta che sia, che ci rimane.
Il lavoro dei registi che decidono di portare sul grande schermo i romanzi che più amiamo, non è quindi per niente semplice. Sono sempre combattuti tra un senso di tradimento -inevitabile quando si trasforma un contenuto scritto in immagini- ed un grande rispetto della trama, che i lettori hanno già bene impressa nella mente. Alcuni però, riescono a farne dei prodotti di grande successo, che piacciono molto anche ai più esigenti.
La manifestazione Words on screen. New Italian Literature Into Film – Parole sullo schermo. La nuova letteratura italiana nel film- promossa dalla società ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali), dall'AIE (Associazione Italiana Editorie) e dal Ministero per lo sviluppo economico, ha l'obiettivo di lanciare la produzione cinematografica italiana e pubblicizzarla in occasione dell'anno della cultura italiana negli Stati Uniti.
Words on screen organizzato anche con la collaborazione della Fondazione Cinema per Roma ha previsto dal 3 al 4 giugno a New York una serie di proiezioni e dibattiti, con registi che ispirati da romanzi e libri italiani, hanno deciso di portarli sul grande schermo.
La manifestazione è iniziata ufficiosamente il 2 Giugno, in occasione della Festa della Repubblica, con la visione di tre cortometraggi di Ermanno Olmi.
Il 3 giugno invece, il direttore della Casa Italiana Zerilli Marimò Stefano Albertini ed il giornalista e docente all'Università di New York presso la Tisch School of the Arts Antonio Monda, hanno retto le redini di un dibattito più ampio, che ha visto come protagonisti registi e scrittori italiani, che sono riusciti in questa grandiosa commistione, tra narrativa e cinema.
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