Quello che ho cucinato l’altro giorno e che oggi vi propongo non è altro che uno sformato di patate, una ricetta che ha il pregio di prestarsi a varie interpretazioni.
La parola gattò è una trasformazione dialettale del francese gateau, circostanza che non deve stupire, vista l’influenza della cucina francese su quella siciliana, dovuta, come ho già avuto modo di raccontarvi, alla presenza dei monsù (da monsieur) cioè dei cuochi francesi a servizio delle famiglie nobili nel ‘700.
Il gattò può essere farcito variamente, a seconda del proprio gusto e anche della propria fantasia. Questo ne fa un piatto versatile e adatto a tutte le stagioni. Lo si può farcire, in inverno, con un ragù denso (come quello utilizzato per la ricetta della pasta al forno), oppure con le melanzane fritte ed il formaggio primosale, con la mortadella e i piselli cucinati con un po’ di cipolletta, con la mozzarella e il prosciutto cotto… L’unica abilità richiesta è quella di sentire con le mani la consistenza dell’impasto, che deve avere la giusta morbidezza per poi risultare soffice, e non pesante, al palato.
Io questa volta l’ho fatto con prosciutto cotto, primosale e piselli.
Questi gli ingredienti per una teglia per 4 persone:
1 kg e 500 gr di patate
2 uova
100 gr circa di burro
4 cucchiai circa di parmigiano grattugiato
pangrattato q.b.
150 gr di prosciutto cotto
200 gr di primosale
250 gr di piselli surgelati
1 cipolletta
besciamella facoltativa
noce moscata
prezzemolo
sale e pepe
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