“Con la dolcezza si ottiene tutto”. Parola del gufetto che pubblicizza una dolce pasticca lassativa in vendita in Italia da oltre un secolo. Non voglio fare pubblicità a una purga, ma è evidente che nella somministrazione buonista alle generazioni qualcosa sia andato storto. Perché abbiamo fatto i medici di noi stessi, abusando del farmaco, e la dolcezza ingoiata ha portato a galla tutta la nostra ignoranza. Dalla storia non abbiamo ancora imparato che la dolcezza non chiama dolcezza, bensì vendetta quando il destinatario la percepisce come viltà.
Abbiamo confuso tutto: a chi dare dolcezza, da chi pretendere rispetto, chi tutelare. Perché i musulmani che accogliamo non sono nostri figli né nostri fratelli, eppure sopportiamo da loro ben di più: prevaricazioni alla nostra cultura e degrado del tessuto urbano nel nome del principio di ospitalità, il quale è diventato un tabù proprio perché ne abbiamo perso il significato e quindi il valore che, in quanto tale, non è universalmente conferibile.
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