Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi? Un detto che sicuramente non è nelle corde delle comunità degli italoamericani nel New Jersey. Sebbene di terza – se non addirittura quarta – generazione, ci sono cose che i figli e i nipoti degli italiani emigrati in America devono rispettare e accettare come un dogma. E cioè che a Pasqua si sta insieme. Almeno per il dinner time, che sarà comunque frugale e veloce, perché il lunedì si lavora, “Mica come voi che vi prendete tutti quei giorni di holiday!”, esclama Lucio, ricordando i tempi in cui, da piccolo, il giorno di Pasquetta se ne andava in spiaggia con gli amici e a guardare le ragazze.
Insieme, cercando di accontentare tutti. Così per i più giovani c’è la tradizionale caccia alle uova colorate, depositate qua e là dall’Easter Bunny nei giardini e nei parchi – un’usanza tra l’altro tipicamente tedesca che si è perfettamente integrata in tutte le altre culture – mentre in casa si cucina per la cena. Anche qui, modernità e tradizione si mettono nel piatto una di fianco all’altro. Perché l’integrazione si fa a tavola o almeno in casa Moschitti si fa così: Louis, per gli amici Gino, per l’occasione prepara l’ham roast pork, il prosciutto arrosto, con la pineapple mustard sauce, un piatto tipicamente americano, ma ci saranno anche le legs of lamb, il capretto pasquale, ammazzato personalmente da suo fratello e cotto con le patate e tanto rosmarino “per toglierci la puzza”, mi spiega.
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