Si estraggono cellulari dalle tasche con una velocità che farebbe impallidire un pistolero dell’OkCorral. Con un’urgenza da duello. Per fotografare. Subito.
Qualsiasi cosa, ma proprio qualsiasi. Un caco spiaccicato, un bruco, un sasso, un gatto che dorme, una buchetta delle lettere. Tutto. Siamo diventati fotografi, ma non fotografi di un soggetto particolare, di una cosa che ci colpisce l’occhio. Un fenomeno globale. Anche a Manhattan è uno scatto continuo. D’accordo i turisti, ma gli americani stessi, immortalano qualsiasi cosa. Fotografi di tutto.
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