Il via libera ai droni armati da Sigonella, base Usa dislocata nella piana di Catania, per operazioni in Libia ha riacceso i fari sui possibili rischi che la Sicilia corre nella guerra contro il terrorismo. Ricordiamo che la Sicilia dista solo qualche centinaio di chilometri dalla Libia e che molte città di questo Paese sono in mano all’ISIS. Anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha parlato di un pericolo che si trova “a sole 200-300 miglia marine da noi”. Dove noi sta per Sicilia.
Ci si domanda quindi se anche l’Isola sia un obiettivo dei terroristi e se un eventuale attacco potrebbe arrivare proprio dal mare. Nulla di nuovo sotto il sole. Basti ricordare cosa successe nel 2008, quando a Mumbai, in India, i terroristi islamisti arrivarono con i gommoni dal Pakistan e fecero una strage. L’anno scorso su un gommone i terroristi sono piombati sulla spiaggia della Tunisia, a Sousse, facendo 39 vittime. La settimana scorsa, in Costad’Avorio, a Grand-Bassam, altri 18 morti, con i terroristi ancora una volta arrivati dal mare al grido di Allah Akbar.
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