Da quarantacinque anni alla scoperta di nuovi talenti, registi emergenti e film che raccontino il mondo in tutta la sua varietà di storie, luoghi e punti di vista, la rassegna New Directors New Films propone al pubblico newyorchese quanto di meglio la cinematografia internazionale ha da offrire in termini di ricerca, diversità, originalità, sperimentazione e approfondimento, sia nel cosiddetto cinema di finzione che nel documentario, sebbene entrambi i termini siano ormai desueti in quanto a forme, narrazioni e contaminazioni possibili.
Nell’edizione che si apre il 16 marzo 2016 nelle sale del MoMA e del Lincoln Center, New Directors New Films presenta 27 lungometraggi e 10 cortometraggi: film di apertura è Under the Shadow, di Babak Anvari, un horror politico ambientato a Teheran nel 1988, durante la guerra Iran-Iraq, che riflette sulla condizione della donna nella società musulmana e lo fa magnificamente attraverso il genere. La protagonista infatti è una donna che “ha più di una guerra in atto in casa sua e nella sua testa, e deve salvare sua figlia da pericoli sia fisici che soprannaturali”. Nemmeno a dirlo, il film è prodotto da Netflix. Film di chiusura della rassegna è invece Cameraperson, splendido documentario di Kirsten Johnson, direttrice della fotografia che nella sua lunga carriera ha fotografato e ripreso guerre, conflitti, storie e segreti pubblici e privati, dall’Afghanistan alla Nigeria alla Bosnia a Cuba ai tanti drammi americani, e in Cameraperson decide di mettere insieme i tanti frammenti di storie girati negli anni e mai montati, in un patchwork di racconti e vite, spesso drammatici che sono tanto una riflessione sulla memoria quanto sul ruolo spesso invisibile, ma in verità presentissimo, della cameraperson, appunto, dell’operatore: i suoi stati d’animo e le sue parole “fuori onda” in preparazione e durante le interviste e le riprese, una presenza discreta, ma tangibile a testimoniare l’umanità della documentazione.
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