Se le sono date di santa ragione Hillary Clinton e Bernie Sanders al dibattito della CNN di Brooklyn a soli cinque giorni dalle primarie dello Stato di New York. Certo legnate a colpi di parole, ma quelle scambiate tra i due contendenti sono risultati pesantissimi macigni che, se la favoritissima Hillary Clinton dovesse alla fine conquistare la nomination, potrebbero trasformare la serata di giovedì in un boomerang per il Partito Democratico. Al quartiere centrale del Partito Repubblicano forse già stanno lavorando all’editing del video del dibattito di Brooklyn per farne spot elettorali per gli ultimi giorni prima del voto di novembre.
Lo scontro duro era previsto, Sanders non aveva scelta, attaccare come non aveva ancora mai fatto la rivale Clinton che nei sondaggi resta ancora in netto vantaggio (17 punti secondo il WSJ). Una sconfitta in queste primarie newyorchesi di Sanders – dopo aver vinto le ultimi sette primarie di fila ma che lo fanno rimane a oltre 200 delegati di svantaggio per le sconfitte rimediate negli Stati del Sud – decreterebbe la probabile resa per le ambizioni presidenziali del senatore del Vermont e il ridimensionamento della “political revolution” che la sua campagna elettorale vorrebbe diffondere nel paese.
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