Il primo maggio non è una ricorrenza: il primo maggio è, e deve tornare a essere, un’esperienza. Non una vacanza dalla vita ordinaria ma una festa della vita ordinaria, nella quale si scopre di non essere soli, nella quale ci si sente parte di una comunità e di un movimento, nella quale ci si diverte a stare insieme e progettare un futuro migliore per tutti.
Il primo maggio è oggi più necessario che in qualsiasi altra epoca precedente: perché il neocapitalismo è in grado, come nessun regime della storia passata, di indurre rassegnazione, ignoranza e individualismo a livello globale. Il consumismo e le nuove tecnologie sono i suoi strumenti, distolti da altre possibili finalità per assolvere un unico scopo: la frammentazione dei popoli e la loro omogeneizzazione, la dissoluzione degli Stati e delle comunità, ad assicurare il dominio incontrastato di poche multinazionali e di un pugno di plutocrati che ormai si credono dèi.
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