Alla fine, Donald Trump ce l’ha fatta. Con la vittoria di martedì in Indiana, in cui si è affermato con più del 50% delle preferenze costringendo il principale rivale Ted Cruz a ritirarsi dalla competizione, il tycoon newyorchese ha la nomination in tasca, e rimane privo di avversari in grado di nuocergli da qui alla convention di partito di luglio. “L’ultimo dei repubblicani” ancora formalmente in gioco contro Trump rimane John Kasich, ma la sua presenza è simbolica, dato che il governatore dell’Ohio ha vinto solo uno stato (il suo) e non può in nessun modo evitare che il milionario raggiunga il traguardo. Ora è solo questione di tempo prima che The Donald conquisti la maggioranza dei delegati necessari alla nomination.
Nelle settimane che hanno preceduto il voto, per recuperare il lieve svantaggio nei sondaggi Ted Cruz ha tentato due mosse controproducenti, prima siglando una fragilissima alleanza con Kasich, poi nominando Carly Fiorina, ex candidata alle primarie, come un running mate. Una scelta, quest’ultima, che ha rasentato il ridicolo, considerando l’impossibilità matematica per il texano di raggiungere la maggioranza al primo ballottaggio. Il risultato è stato disastroso: il senatore di origini cubane ha visto i propri consensi calare drammaticamente perdendo uno stato, l’Indiana, che per la presenza della destra religiosa appariva l’ultima speranza di restare in gioco.
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post