Accadono, in Italia, cose che probabilmente non accadono in nessun altro paese. La giustizia e i possibili rimedi, le riforme, per esempio. Che se ne parli e se ne discuta, è certamente un bene; che ne vogliamo e possano parlare anche i magistrati, e cioè quei funzionari dello Stato che per mestiere hanno poi il compito di applicare quelle leggi, quelle riforme, ci si può stare, anche se è un po’ strano, dinosauro come sono, per me vale l’aurea regola di Piero Calamandrei: il magistrato parla con le sue sentenze; ma il diritto di esprimere un’opinione non va negato a nessuno, e dunque parlino, scrivano, dicano come meglio ritengono. Che pretendano di esser loro a confezionare le leggi, o di bloccarle, ecco: questo è un po’ troppo; ma non bisogna lamentarsi delle loro “invasioni di campo”. Colpa e responsabilità è della politica e chi politica dice fare, che tollera e accetta queste “invasioni”. Ma così è, anche se non piace.
Giovedì scorso da queste colonne si è parlato del caso del clochard che ruba wurstel e formaggio per quattro euro e viene assolto; ma dopo ben tre processi costati alla collettività almeno diecimila volte tanto, e visto impegnati almeno quindici magistrati per più di un lustro. “Dura lex, sed lex” è un bel dire, ma qui la “lex” è solo un contraddire ogni tipo di logica e convenienza.
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