L’ambasciatore di Polonia in Italia, Tomasz Orłowski, ha presentato, nei giorni scorsi, il Piano di Sviluppo Responsabile del suo paese, con gli obiettivi da raggiungere entro il 2020. Il documento è ricco di indicazioni e considerazioni, e ha il pregio di impegnare il ceto di governo su risultati slegati dall’attualità e dall’emergenza. Vale la pena, prima di segnalare i punti più interessanti del piano, ricordare che in Italia a prevalere è tuttora la cultura degli interventi d’emergenza, nonostante un governo intenzionato a durare altri due anni e convinto di essere confermato alle elezioni.
Ha scritto Pietro Paganini, riprendendo l’intervento che Francesco Giavazzi aveva proposto sul CorSera in occasione delle dimissioni della ministra Guidi chiedendosi se tenere in piedi il ministero dello Sviluppo economico: “l’Italia ha disperato bisogno di un progetto di sviluppo che … esprima la visione sul futuro, gli obiettivi che si vogliono raggiungere, i settori e gli investimenti su cui puntare, e quindi gli strumenti necessari … È su questo progetto che gli investitori scelgono se indirizzarvi le loro risorse, e i cittadini se sostenere il governo con il voto. … Di questi piani l’Italia si è dotata fino ad un certo punto della sua storia repubblicana, poi ha pensato di farne a meno. Ha proseguito campando alla giornata”. E campando giornate piuttosto amare va aggiunto.
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