Lunedì alle ore 20 (le 2 pm a New York), l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), pubblica, nel suo sito web, l’archivio completo dello studio legale Mossack Fonseca. Vanno in piazza migliaia di affari offshore, i cosiddetti Panama papers, ad eccezione dei dati sensibili che attengono a sicurezza e privacy di persone o ditte in elenco. In Italia ne ha dato notizia l’Espresso, che ha precisato trattarsi di 11 milioni di file riguardanti società registrate in ventuno paradisi fiscali.
E’ passato poco più di un mese dall’uscita delle prime notizie e il gioco si fa duro, perché si transita dallo scoop alla vera e propria denuncia di fronte all’opinione pubblica mondiale. Gli svergognati della finanza globale, le oltre 200 mila società, trust e fondazioni, con le persone e fiduciarie che ne tirano i fili, avranno di che lamentarsi e di che difendersi: è loro diritto. Così come è nostro diritto, e soprattutto dovere, non tanto alzare il dito accusatorio, quanto riflettere sugli evidenti rischi che, oltre alle altrettanto evidenti opportunità, il mondo globalizzato, “liberato” da sempre più vincoli frontalieri, sta accumulando a danno nostro e dei nostri figli.
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