NEW YORK. «È legittimo essere preoccupati, soprattutto per il buon nome dell’Italia nel mondo». Così ha dichiarato il Presidente della Camera Gianfranco Fini mercoledì, nel mezzo della tempesta dell’affaire Ruby. Ma quanto è fondata la preoccupazione sulle conseguenze internazionali per l’Italia che ci potrebbero essere per le accuse della Procura di Milano contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo Karima El Maharoug, meglio conosciuta come Ruby Rubacuori, la ragazza di origini marocchine che, ancora minorenne, sarebbe stata più volte pagata dal Premier per avere con lui rapporti sessuali e poi per comprarne il silenzio?
Per cercare di capirlo, abbiamo fatto un giro tra le scrivanie che, nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, ospitano i corrispondenti delle testate di tutto il mondo. Così mercoledì bastava pronunciare il nome di Berlusconi per vedere subito i corrispondenti dell’Onu scoppiare a ridere o, soprattutto le colleghe donne, avere un’espressione di disgusto.
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