Ci sono delle volte in cui non si sa come iniziare un articolo. Perché le cose da mettere subito in evidenza sono tante e si ha l’imbarazzo della scelta. Un inizio giusto per la storia che andiamo a raccontarvi potrebbe essere: «Il tumore, cioè il male incurabile per eccellenza, oggi è curabile». La notizia interesserebbe di sicuro: i decessi per cancro sono tuttora tragicamente all’ordine del giorno, in pratica non c’è famiglia al mondo che tra parenti e amici non conti delle vittime. Ma, magari, un lettore si incuriosirebbe di più alla seguente premessa: «Il famoso giornalista radiotelevisivo Michele Cucuzza e l’autorevole matematico italoamericano Mauro Ferrari non si sarebbero mai dovuti incontrare: invece, dal loro incontro è nato un libro davvero importante». Un altro valido incipit – quello che nel gergo della carta stampata si chiama il “cappello” – sarebbe: «Un cronista che di nanotecnologie non sapeva nulla, ora ci ha addirittura scritto un volume di oltre 200 pagine». Magari, invece, qualcuno potrebbe farsi attirare da una frase apparentemente un po’ criptica: «Nell’era della globalizzazione, i vari rami delle scienze si compenetrano, venendo in soccorso l’una dell’altra: così sono nate le Nazioni Unite della Medicina». Infine, un bibliofilo si lascerebbe forse convincere da un’affermazione perentoria: «Ecco un libro in italiano che va assolutamente tradotto in inglese».
Nel dubbio, la cosa migliore è andare con ordine.
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