La sentenza emessa questa settimana dal tribunale di Sanford in Florida sull'omicidio di Trayvon Martin, il giovane ragazzo nero ucciso dal vigilante George Zimmerman, ha innescato una vera e propria reazione a catena nell'opinione pubblica americana. La morte di un ragazzo nero e disarmato per mano dell'auto-designato paladino dell'ordine pubblico con l'inevitabile pistola e le patetiche manie di grandezza ha provocato una valanga di commenti il cui comune denominatore è il riflesso condizionato di tutti coloro che si arrogano la certezza di sapere come siano andate veramente le cose.
Un omicidio evitabile o un caso di genuina autodifesa? Non lo sapremo mai. Ciò che sappiamo è che in America, per condannare qualcuno per omicidio occorre avere prove inconfutabili che non lascino margine di dubbio, cosa che, a quanto pare, la pubblica accusa non è riuscita a dimostrare.
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