C’eravamo illusi. C’eravamo illusi che il Presidente del Consiglio Enrico Letta avrebbe saputo dare all’Italia “la” scossa. Ma la scossa non c’è stata, forse mai arriverà. Eppure era partito bene questo signore che ha un suo “cachet”, questo signore che “non” è uno dei tanti uomini politici vestiti a festa… Scusate lo snobismo, ma si vede che lui è uno nato “con giacca e cravatta”. La delusione, perciò, è ancora maggiore.
Era partito benissimo con un piano di “tagli” proprio dove i “tagli” sono sacrosanti: all’interno della classe politica, all’interno del Senato e della Camera, laddove agi e privilegi rappresentano un insulto, un’offesa a una Nazione piegata in due, a un Paese sul quale grava una disoccupazione giovanile che si va cronicizzando. Un oltraggio ai milioni di Italiani, come sempre abbiamo sottolineato, che da soli non ce la fanno: non possono farcela sotto il peso dell’inflazione reale (che non è quella indicata da fonti ufficiali), sotto il macigno chiamato Euro, impoveriti, dissanguati dal “mostro” di nome Euro. Questi annunciatissimi “tagli” al corpo d’una classe politica arroccata intorno ai “forzieri”, sono rimasti – a quanto ci risulta – lettera morta. Con sommo e volgare gaudio, s’intende, dei “simpaticoni alla mano” (!), dei “simpaticoni vestiti a festa”.
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