La situazione in Egitto è in movimento. È presto per fare un bilancio, ma si possono trarre alcune prime lezioni.
La prima è che non tutte le vittime delle repressioni sono uguali. Quali reazioni avremmo avuto nel mondo, se i massacri fossero avvenuti a Pechino o a Mosca? O a Teheran? La differenza è che qui, le vittime, non sono democratiche ma islamiste.
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