Poco meno di quarante bracciate nel mare piatto del Canale di Sicilia. Quelle che servono per aggrapparsi alla gabbia dei tonni. Che è poi la vita, o a quel che ne resta. Ma solo chi ha forza può scalare la cima. Scampare alla deriva di quella barca di fortuna e trovare riparo nella motopesca tunisina. Sempre che il pescatore, incazzato di suo, povero tra poveri, non mozzi quel filo che può avvicinare alla terraferma. E ad un’altra possibilità.
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