La risposta internazionale alla crisi Ebola in Africa occidentale è stata lenta e sbilanciata, ha fatto sapere Medici Senza Frontiere (MSF) in un comunicato diffuso martedì 2 dicembre. Colpa della comunità internazionale sarebbe di aver lasciato nelle mani della popolazione locale, dei governi nazionali e delle organizzazioni non governative (ONG) il compito di svolgere la maggior parte del lavoro pratico sul campo. Medici Senza Frontiere ha anche avvertito che non è il momento di abbassare l'allerta e che la comunità internazionale rischia di non riuscire ad adattarsi all'epidemia dopo i primi fallimentari tentativi di agire in tempi sufficientemente rapidi.
MSF ha avviato il suo intervento contro Ebola in Africa occidentale nel marzo 2014 ed è attualmente operativa in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Mali. L'organizzazione gestisce sei centri di gestione dei casi di Ebola, con una capacità totale di oltre 600 posti letto. Dal mese di marzo, MSF ha ammesso più di 6.000 persone, di cui circa 3.800 sono risultati positivi per Ebola e 1.600 sono guariti. Nella regione, MSF conta un personale internazionale di 270 membri cui si aggiungono 3.100 persone assunte a livello nazionale. Ma non basta e, soprattutto, la responsabilità della risposta all'epidemia non può essere lasciata nelle sole mani delle ONG.
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post