“Questa conferenza segna l’inizio di una nuova strada. Non è una chiusura, è un punto di svolta”. Così Ban Ki-moon ha definito il primo Summit internazionale per i Diritti Umani (WHS) che si è concluso martedì 24 maggio, ad Istanbul.
Il summit ha visto la partecipazione di 173 Stati, 55 capi di Stato e di governo, 350 organizzazioni private e più di 2000 persone rappresentanti della società civile e di società non governative. Durante la due giorni di conferenze sono stati avviati circa 1500 nuovi progetti. Tra i più importanti troviamo senza dubbio “Education Cannot Wait Fund” , un fondo coordinato dall’UNICEF e volto a fornire, durante i prossimi cinque anni, servizi educativi ai 13,6 milioni di bambini e adolescenti che vivono in situazioni di crisi. L’organizzazione mira a raggiungere finanziamenti per 3,85 miliardi di dollari durante il corso della sua attività e si propone di colmare il distacco tra gli interventi umanitari immediati attuati in stato di crisi e lo sviluppo a lungo termine che essi devono assicurare.
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