L’Italia è stata affidata al “governo dei professori” di Mario Monti. In molti, soprattutto all’estero, hanno tirato un sospiro di sollievo che Berlusconi non sia più a Palazzo Chigi, ma altri storcono il naso per il modo con cui è avvenuta la selezione “dall’alto” di chi ci governa. Il rapporto tra gli italiani e la democrazia, gli italiani e il ruolo delle “élite” con il potere, resta un tema che riporta indietro ai “peccati originali” dell’Unità. Uno degli intellettuali che lo affrontò a fondo fu Piero Gobetti, il giovane genio del pensiero politico liberale torinese, morto nel 1926 a soli 25 anni a Parigi, per le conseguenze subite dopo un ennesimo assalto a Torino da parte di picchiatori fascisti inviati da Mussolini.
Il Professore David Ward dirige il Department of Italian Studies del prestigioso Wellesley College del Massachusetts, ed è l’autore del recente “Piero Gobetti’s New World: Antifascism, Liberalism, Writing” (University of Toronto Press, 2010). In questa intervista con lo studioso inglese esperto di letteratura e storia del pensiero italiano, abbiamo cercato di capire quanto le idee di Gobetti potrebbero essere ancora utili all’Italia di oggi.
In foto il prof. David Ward
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post