Reduce dalle performance newyorchesi incontro in un bistró di Soho Peppe Voltarelli: il cantautore e cantastorie calabrese che da venti anni gira il mondo con la sua chitarra. La nostra è una chiacchierata informale come quella che fai tra vecchi amici quando ti ritrovi dopo molto tempo in una città aperta come New York City in cui la libertà non è solo una chimera evanescente. A pochi isolati una moltitudine di ragazzi vestiti coi colori dell'arcobaleno festeggiano la sentenza della Corte Suprema che in questi giorni ha respinto la legge secondo cui gli unici matrimoni plausibili sono quelli tra persone di sesso diverso.
È un personaggio mitico Peppe Voltarelli, con una forte presenza scenica ed una potenza espressiva che afferra l'attenzione dell'interlocutore e la tiene stretta con i suoi concetti nobili ed autentici, molti dei quali vissuti e maturati on the road. Contempla l'essenza di una Calabria lontana e amara, dura come i suoi tratti lungo i quali prendono forma le sue parole. Peppe canta e si esprime con tutto quello che può: il suo volto si contorce, si trasfigura tra il dolore e l’ironia dei suoi testi unici per stile e per personalità. Voltarelli è ambasciatore di una Calabria diversa. Ne offre una visione differente rispetto a quella solitamente cristallizzata nel pensiero comune: filtrata dai suoi concetti è una splendida dea, a tratti malvagia, che lui ama e combatte.
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post