Per me questa è New Fork City, la città delle meraviglie culinarie: mac and cheese cucinati in ogni modo e proposti in ogni formula, persino sopra all’hot dog come fanno da Ditch Plains; croques come nemmeno a Parigi; gelati che sfidano la forza di gravità tipo quelli di Big Gay Icecream; dumplings a forma di maialino come quelli che si trovano da Golden Unicorn; macaron incociati con i donut proposti da François Payard; i mitici cronut di Dominique Ansel; la mitica millecrepe di Lady M che è una torta composta da non posso immaginare quanti strati di crêpe; e il pastrami; e gli hamburger; e i cookie; e le pie e potrei andare avanti all’infinito. Davvero, ad ogni angolo c’è qualcosa che merita di essere assaggiato. Questa è la città dell’appetito, in ogni senso. Ho sempre fame qui. Ho sempre voglia di provare qualcosa di nuovo. Motivo per cui vado sempre in giro con un braccialetto a forma di forchetta al polso!
A parte gli scherzi, davvero indosso un braccialetto realizzato con una vera forchetta sempre, in ogni occasione, con qualsiasi outfit, dalla tuta da ginnastica all’abito da sera. Si tratta di qualcosa che davvero ha molto a che fare con la fame insaziabile che ho in questa città e per questa città e con l’amore che ho per New York. Non è stato un amore a prima vista, il mio con questa città. All’inizio non ero affatto sicura di volere restare, ma tutto è cambiato nel giorno esatto in cui ho trovato questo braccialetto. Per capire però quanto è importante per me, bisogna fare un passo indietro e vi devo rivelare che non è il primo braccialetto a forchetta della mia vita. Il primo aveva un’energia speciale perché l’ho preso insieme alla mia migliore amica Claudia. Ora, si fa presto a dire “migliore amica”, ma lei è qualcosa di più. Claudia è quello che in inglese si dice my everything. È la luce nella mia vita, la gioia, la tenerezza, la forza. Tutto. Lo è, nonostante da undici anni non viviamo più nella stessa città. Dopo un’autentica simbiosi adolescenziale e post adolescenziale, lei si è trasferita a Siviglia e io a Milano, Roma, Londra, Padova, Parigi e New York, ma siamo sempre rimaste legatissime. Abbiamo mantenuto un rapporto quotidiano, grazie a WhatsApp, Skype, Facetime, Facebook e cerchiamo di vederci il più possibile, fissando appuntamenti in giro per il mondo. Abbiamo fatto i salti mortali in questi anni per passare insieme il più spesso possibile, anche solo poche ore.
La sua famiglia è la mia e viceversa. Ho affidato ai suoi genitori il mio gattino Radeschi quando sono partita per gli Stati Uniti. La dolcissima corrispondenza che ruota attorno a quel gatto e che ci tiene tutti uniti, nonostante ci troviamo in tre Paesi diversi, meriterebbe, se io avessi anche solo un decimo del talento che ebbe Natalia Ginzburg nei primi anni Sessanta, di essere tradotta in un nuovo Lessico famigliare.
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