Ogni primavera alberi ormai dimenticati rifioriscono nel giardino di Isabella Dalla Ragione, un luogo fuori dal tempo dove i frutti hanno forme inusuali e odori autentici. Si nascondevano in giardini di antiche famiglie nobiliari, orti abbandonati, poderi di conventi e abbazie. In luoghi come questi Isabella Dalla Ragione, agronoma, si è spinta per ritrovare le radici di un patrimonio millenario che stava per essere perduto per sempre. Lo ha fatto seguendo gli indizi contenuti in antichi documenti, nelle edicole votive, negli affreschi e nelle memorie di anziani contadini.
“Oggi in tutta Italia e in tutto il mondo le varietà di frutti si sono ridotte sempre di più – racconta Isabella mentre prepara il caffè nel suo casale arroccato sui colli umbri – Ormai vengono commercializzate solo le qualità di frutti più resistenti, facili da trasportare e da mantenere in frigo”. Così, in pochi decenni, l’Italia ha perso i sapori con cui generazioni intere sono cresciute e gli alberi attorno ai quali girava l’economia domestica delle famiglie. Dal dopoguerra in poi le campagne vennero progressivamente abbandonate, nel corso dell’esodo di massa figlio dell’industrializzazione. E così a custodire quegli alberi, emblema di memoria e tradizioni, rimasero solo pochi anziani contadini.
Support authors and subscribe to content
This is premium stuff. Subscribe to read the entire article.
Discussion about this post