Abbiamo deciso di organizzare la manifestazione per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, che si terrà domenica, 13 febbraio, a Times Square, perché, pur vivendo all’estero, il nostro desiderio di essere parte attiva della società civile italiana non ci abbandona. Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito di Libertà e Giustizia, l’associazione culturale e politica di cui siamo socie, a firmare l’appello "Resignation-Dimissioni" lanciato con le firme di Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg e Sandra Bonsanti il 18 gennaio scorso. E abbiamo seguito sul web l’evento del 5 febbraio al PalaSharp di Milano, sempre organizzato da Libertà e Giustizia. Tra i moltissimi interventi di esponenti della società civile, Umberto Eco ha chiesto alle 15.000 persone presenti di salvare l’onore dell’Italia, mentre Roberto Saviano ha parlato di una "democrazia in ostaggio" ed ha rivendicato "il diritto di sognare un’Italia pulita". Con questa manifestazione noi accogliamo idealmente la sfida lanciata in quel giorno a costruire un’Italia migliore e diventare parte di quel "vento dal basso" di Coleridge evocato da Paul Ginsborg nel suo intervento.
Vogliamo dimostrare la nostra indignazione e sensibilizzare l’opinione pubblica americana su quello che sta succedendo in Italia: il Presidente de Consiglio è accusato di prostituzione minorile e concussione, e si rifiuta di sottoporsi al processo, screditando il lavoro della magistratura e gridando al complotto. In nessun altro paese democratico un Primo Ministro, indagato per così gravi capi di accusa, rimarrebbe in carica. Tutti i cittadini italiani, di qualsiasi credo politico, devono essere consapevoli che l’immagine del loro paese sarà profondamente danneggiata se Berlusconi rimarrà al suo posto. Per questo chiediamo a Silvio Berlusconi di dimettersi immediatamente, di non utilizzare la televisione per difendersi e screditare i magistrati grazie al suo considerevole potere mediatico, bensì di presentarsi ai giudici come ogni cittadino è tenuto a fare. Speriamo vivamente per lui e per l’Italia che sia in grado di dimostrare la propria innocenza.
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