Per uno come il sottoscritto che tanto poco sopportava l’Italia berlusconiana e leghista fino al punto di aderire alla tribù degli esuli per scelta, il voto di domenica scorsa è stato una scarica di gioia, una pioggia d’oro, una ventata di caldo nel mezzo di una tormenta gelata, un urlo "terra, terra" ai marinai convinti di avere perduto completamente la rotta. La felicità mi aveva completamente "preso", tanto che a un certopunto ho deciso di condividere quel momento con tutti i miei amici. No, anche con i conoscenti. No, anche con i colleghi. No, anche con quelli che si trovavano nel mio "file" per le ragioni più disparate. Sicché si è creato un elenco lungo lungo per un messaggio piccolo piccolo, visto che mi ero limitato a un "Evviva!", che poi avevo deciso di triplicare perché mi era sembrato davvero troppo laconico.
Soltanto dopo avere fatto "clic" mi ha colto il pensiero che il gruppo creato era decisamente eterogeneo e che forse molti destinatari erano dispiaciuti dell’esito del voto e avrebbero accolto il messaggio come una strafottente presa in giro, vale a dire esattamente il contrario di ciò che volevo. Ormai però era tardi, i tre "evviva" sarebbero inderogabilmente arrivati "ai bianchi e ai neri" e mi sono messo in attesa delle risposte. Beh, se l’intento era quello di volermi sentire "dentro" a ciò che in quelle ore stava bollendo in Italia, il bersaglio era stato colpito in pieno.
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