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January 15, 2012
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January 15, 2012
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S.O.S. l’Europa è sugli scogli

Stefano VaccaraIgnazio De MarcobyStefano Vaccara,Ignazio De Marcoand1 others
Time: 4 mins read

Il declassamento di S&P dell’Eurozona, é un ennesimo "SOS” lanciato alle cancellerie al comando dell’Unione europea: cambiate rotta, altrimenti affondate. Venerdí notte ci appariva straordinaria la coincidenza del terribile incidente con naufragio della mastodontica nave da crociera Costa Concordia al largo dell’isola del Giglio, lo stesso giorno che l’Europa e l’Italia si sentivano "vittime” del declassamento di Standard & Poor. Tanti incidenti nei trasporti avvengono nel mondo, ma quello di una nave che affonda lentamente e senza scampo é metaforicamente quello che piú assomiglia all’attuale mancanza di fiducia del mercato finanziario internazionale nei confronti dell’Eurozona.
Concordia, la bellissima nave affondata, porta proprio il nome di ció che servirebbe all’Europa per non affondare. L’euro, dopo la sua introduzione dieci anni fa, era andato nei primi anni a gonfie vele durante il ciclo di crescita dell’economia globale. L’Unione europea rappresentava il mercato piú ricco del mondo, e l’introduzione della sua moneta unica rivelava un’ambizione: diventare valuta di riferimento mondiale, facendo concorrenza al dollaro, in attesa del giorno che anche il prezzo dei barili di petrolio sarebbe stato definito in euro. Invece, é bastata la prima grande recessione economica preceduta da una bolla finanziaria globale a scoperchiare quanto, con il livello di tossicitá raggiunto nei bilanci delle banche europee, l’euro fosse una moneta lasciata indifesa perché senza veri padroni.
La Francia ha perso la tripla A. Severo il colpo all’Italia, che con Spagna e Portogallo scende di ulteriori due gradini. Anche per la Germania é solo una questione di tempo. Quando la nave affonda, con i mozzi e i camerieri, a mare ci finiscono tutti, anche i passeggeri piú ricchi.
Il comandante della nave da crociera avrá molto da spiegare a chi lo interrogherá. Sbagliare é umano, ma quando si ha la responsabilitá della vita di oltre 4mila persone, l’errore puó diventare un crimine. Almeno la manovra che ha portato la Concordia nei pressi del porticciolo del Giglio, ha facilitato i soccorsi. Quindi al di lá delle responsabilitá per la collisione sugli scogli, almeno chi era al comando della nave – o chi ne ha preso i comandi dopo l’incidente – ha evitato il disastro dell’affondamento in mare aperto.
E qui torniamo alla nostra nave Europa che dalle sue falle imbarca da tempo sfiducia: che decisioni stanno prendendo i suoi capitani per salvare i passeggeri? Accusare chi lancia gli SOS? Giá, certe dichiarazioni che il downgrading farebbe parte di un complotto degli Stati Uniti contro l’Europa?… Veramente gli Usa hanno a sua volta subito il loro primo downgrading pochi mesi fa. E non é stata una catastrofe, da allora i bond Usa si sono rivalutati e i tassi di interesse sono scesi. Questo significa che una agenzia di rating non puó cambiare la percezione reale del mercato che é sucettibile a tanti altri fattori, che sono in continuo "divenire”.
Ma allora perché tutto questa rabbia per l’ennesimo SOS di S&P? In realtá, ció che c’é scritto nel rapporto che giustifica il downgrading, tutti sanno che é vero: l’Europa non ha una unitá politica, é un gigante senza testa, tutto muscoli e niente cervello. Un’Europa che non sa prendere decisioni logiche, che si ostina solo a tassare e impoverire i suoi cittadini invece di stimolare la crescita.
La Germania sembra come quel comandante al timone della Concordia. Ha sbagliato rotta, si é illusa che l’euro senza una vera banca centrale europea, senza una vera unione politica e fiscale, potesse sopravvivere alla prima grande recessione economica e bolla finanziaria. Merkel é come quel comandante che non si rende conto che sta facendo passare una gigantesca nave troppo vicino agli scogli. La falla, che lo dica o no Stand and Poor’s, ormai é aperta e l’Europa dell’euro sta imbarcando sfiducia da tutte le parti. Almeno il comandante del Concordia, quando si é reso conto dell’er- rore commesso e che stava imbarcando acqua, ha diretto la sua nave verso il porto piú vicino e la sua manovra disperata ha salvato il 99% percento dei passeggeri. Ma la Merkel, con l’euro sempre piú sfiduciato, dove sta portando l’Europa?

Quando il capitano non sa piú che fare, sono gli altri ufficiali a spingerlo a prendere le uniche decisioni valide. Rafforzare quindi l’euro con un’unità d’intenti almeno sulle politiche fiscali, di bilancio e del lavoro. Ma ancor prima, come il premier italiano Mario Monti ha ribadito giá venerdí, dando subito alla Bce la forza necessaria per sostenere la moneta unica.
Secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «le profonde trasformazioni in corso su scala mondiale evidenziano l’urgenza per l’Europa di mettere in campo la più forte volontà comune nel procedere senza esitazioni sulla via dell’unità politica e dell’effettiva unione economica». Giá, Napolitano é un vecchio saggio della politica europea che indica l’unica vera soluzione in grado di chiudere la gigantesca falla per poter ridare fiducia nell’Ue. Ma la Germania, unico Paese con la forza economica e il peso quindi politico per poter manovrare il timone della nave europea, non trova ancora il coraggio per l’ardua virata di rotta.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

Ignazio De Marco

Ignazio De Marco

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