A fine gennaio l’attacco era stato programmato per il 5 maggio, a un mese dal 45esimo anniversario della ‘Guerra dei sei giorni’. Ma la caduta nei primi di marzo del regime di Assad e la guerra civile scatenata in Siria ed estesa anche in Libano, aveva congelato i piani. Sicuramente l’attacco sarebbe comunque avvenuto prima del voto americano di novembre.
Intanto anche in Egitto la situazione rimaneva caotica, il nuovo governo uscito dal Parlamento eletto democraticamente non riusciva a districarsi dalla tutela dei militari che esercitavano i loro poteri di veto e col pugno di ferro avevano imbavagliato la primavera araba. Inoltre il viaggio “segreto” a metá marzo di alti ufficiali egiziani a Mosca, subito dopo la rielezione alla presidenza di Putin, aveva messo in grave allarme Washington che almeno aveva saputo grazie ai servizi israeliani.
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