Fuori dal coro. Per essere il titolo di una rubrica è impegnativo. Implica un coro e una voce solitaria. L’una si definisce a partire dall’altro. Per coro intendo il mainstream, il pensiero (parolona!) “giusto”: su chi è colto e chi coatto, su chi è morale e chi immorale, chi è formica e chi cicala, su cosa è vero e cosa falso, e via seguitando con dicotomie (e due!) buone per un capoclasse cretino. E già basterebbe una tale pretesa cruciverbistica, voler dividere tutto tra rigide caselle in verticale e in orizzontale, per mettere in guardia da simili atteggiamenti. E per sentirsi in dovere di verificarne, di volta in volta, la reale consistenza.
La cautela e l’osservazione meditata non escludono, s’intende, vigore e partecipazione, passione e convinzione: solo vietano, assolutamente, di ritenere, fosse anche per un attimo, che, con il pretesto della passione civile, con la maschera della parola dotta, l’Altro sia dipinto come sostanzialmente diverso da noi o, come taluni vaneggiano con sproloquio à la page, antropologicamente diversi da noi o con noi incompatibili. Dietro l’angolo di simili bestemmie laiche e civili, notoriamente ripetute e salmodiate, c’è la Kristallnacht o Notte dei Cristalli, c’è la sinistra costruzione del Fantasma Controrivoluzionario da rieducare o, altrimenti, sopprimere.
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