Se n’è scritto e parlato un po’. Vedremo quanto dura. Stefano Fassina, Viceministro dell’Economia in carica, ha riconosciuto che esiste un’“evasione fiscale di sopravvivenza”. Ed è stato molto preciso: “Ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno''; ''Non è una questione di carattere prevalentemente morale'', poiché ''C'è una relazione stretta tra la pressione fiscale, la spesa e l'evasione''. Ampi consensi dalla Lega e dal PDL che, col focoso Brunetta, è giunto ad offrirgli, tra il provocatorio e lo scherzoso, una tessera onoraria del partito.
Certo, potrebbe risultare una divagazione estiva, e molti esponenti del PD (dallo spento e ambizioso Epifani, all’etereo ed inoccupato Colaninno, alla reazionaria e ministeriale Camusso), pare ci tengano a farlo credere, essendosi affrettati a “correggere” Fassina e a ripristinare l’ottusità litaniante che, anche in questa materia, si vuole costituisca la cifra sotto-culturale unica della c.d. sinistra italiana: “La linea del PD è che l’evasione si combatte punto e basta”, è stato il raffinato e sofferto approdo analitico del Segretario Epifani.
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